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Neruda- Come la pelle della betulla
- sei argentea e odorosa:
- devo contare sui tuoi occhi
- per descrivere la primavera.
- E benche’ non sappia come ti chiami
- gt;non c’ primo volume senza donna:
- i libri si scrivono con baci
- (e io vi prego di tacere
- perche’ s’avvicini la pioggia).
- Voglio dire che tra due mari
- sta pendendo la mia statura
- come una bandiera abbattuta.
- Per la mia amata senza sguardo
- sono disposto a anche a morire
- anche se s’imputa la mia morte
- al mio deficiente organismo
- o alla tristezza innecessaria
- depositata negli armadi.
- Certo e’ che il tempo fugge
- e con voce di vedova mi chiama
- da boschi ormai dimenticati.
- Prima di vedere il mondo, allora,
- quando i miei occhi non s’aprivano
- io disponevo di quattr’occhi:
- i miei e quelli del mio amore:
- non chiedetemi se ho cambiato:
- (e’ solo il tempo che invecchia):
- (vive cambiando di camicia
- mentr’io continuo a camminare).
- Tutte le labbra dell’amore
- andaron formando il mio vestiario
- e1″>dacche’ io mi sentii ignudo:
- lei si chiamava Maria,
- (forse Teresa si chiamava),
- e m’abituai a camminare
- consumato dalle mie passioni.
- Sei tu quella che sarai
- donna innata del mio amore,
- colei che di creta fu formata
- o quella di penne che volo’
- o la donna territoriale
- dalla chioma nel fogliame
- o la concentrica caduta
- come una moneta ignuda
- nello stagno di un topazio
- o la presente curatrice
- della mia scorretta indisciplina,
- oppure quella che mai nacque
- e che ancora sto attendendo.
- Perche’ la luce della betulla
- e’ la pelle della primavera.
- (“La pelle della betulla”, da: “Giardino d’inverno“, trad. di G. Bellini)
Come la pelle della betullaultima modifica: 2010-03-31T13:21:00+02:00da
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